In tanti avrete notato che all’apertura di un conto corrente e/o deposito titoli (e poi periodicamente) ci viene richiesto di compilare una sorta di questionario a risposta multipla con domande che si dividono una parte sul nostro patrimonio e l’altra che ci ricorda l’esame della patente, ma su quesiti matematici/finanziari.
Capiamo insieme di cosi tratta, come mai ci viene chiesto di compilarlo e se conviene farlo.
La direttiva MiFID
La direttiva MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) disciplina i mercati finanziari dell’Unione Europea dal 1 novembre 2007 e dal gennaio 2018 è stata aggiornata con la nuova direttiva MiFID II.
La MiFID II ha cercato di colmare le lacune della precedente direttiva, in modo da migliorare sempre di più l’efficienza, la trasparenza e la sicurezza dei mercati finanziari europei, per tutelare soprattutto gli investitori.
Parte di questa direttiva è proprio il questionario MiFID, il cui scopo è assicurarsi che:
- gli investitori siano maggiormente consapevoli della propria situazione e delle proprie possibilità
- gli intermediari capiscano quali siano gli investimenti più adatti per il singolo cliente
Per questo, il questionario MiFID è composto da un “test di adeguatezza“: un insieme di domande sulle tue conoscenze ed esperienze nel mondo finanziario, ma anche sulla tua situazione economica e su quali siano gli obiettivi del tuo investimento.
Il questionario MiFID: conviene compilarlo?
Innanzitutto sottolineiamo che possiamo rifiutarci di farlo. Ma non rispondere alle domande ci porta vantaggi o svantaggi?
Il consiglio è di completarlo sempre ed aggiornarlo quando richiesto, perché il test di adeguatezza è uno strumento pensato per tutelarci. Infatti, attraverso il mix di risposte, viene elaborato un grado di rischio per ogni utente, che permetterà di accedere solo a strumenti finanziari adeguati a tale profilo.
Il vantaggio per noi utenti risiede nel fatto che la banca non può farci sottoscrivere prodotti non adeguati e se questo dovesse accadere, la certezza di essere risarciti della perdita agendo per vie legali è praticamente totale. Questo nel 99% dei casi immunizza dal rischio di vederci proposti prodotti pericolosi.
E importante quindi compilare il questionario senza vederlo come un esame e l’ansia di cercar di ottenere un buon risultato (profilo di rischio più alto) semplicemente perché ognuno ha e deve avere il proprio profilo.
In definitiva, anche se non è perfetto, il questionario è uno strumento utile per evitare situazioni che in passato hanno coinvolto in maniera non positiva tanti risparmiatori.
Attenzione: questo non azzera il rischio, perché anche all’interno di profili di rischio basso esiste un “range qualitativo” che varia tantissimo in base ai prodotti finanziari che ci vengono offerti.
Per questo, è molto importante farsi consigliare sempre, da un soggetto preparato ma non in conflitto d’interesse (colui che vuole venderci il prodotto…).
Secondo la MiFID il promotore, che acquisisce gli investimenti del cliente, deve agire in modo onesto, imparziale e professionale, fornendo informazioni chiare, corrette ed in linea con gli investimenti richiesti.
La conoscenza e l’informazione rimangono sempre i nostri maggior alleati.